Tutto sulla Birra
Un po' di Storia

 

Fonte: BirreOnLine

6000 anni di storia


Non si conosce precisamente dove sia nata la prima birra: forse qualcuno assaggiò per primo una zuppa fatta con orzo che, a causa dell'umidità e del calore aveva iniziato a fermentare, e la trovò gustosa ed inebriante!
Al di là delle svariate ipotesi (che lasciamo agli esperti) la storia comunque conferma che la nascita delle prime civiltà asiatiche fu accompagnata da bevande ottenute dalla fermentazione di cereali, orzo compreso, quale è appunto la birra.
Quindi la strada della birra passò per il Medio Oriente.
I cereali abbondavano nella fertile Mesopotamia e gli esperti pensano addirittura che lo scopo principale della coltivazione dell'orzo ai tempi di Babilonia fosse la produzione della birra: presso i Sumeri, il primo popolo che ha lasciato testimonianze scritte su questa bevanda, il panificatore e il fabbricante di birra erano spesso la medesima persona.
La materia prima del birraio, infatti, erano dei pani d'orzo germinato e cotto.
Bisognava sbriciolarli e aggiungere acqua per ottenere il malto che avrebbe dato vita ad una fermentazione alcolica e quindi alla birra, altrimenti venivano consumati proprio come pane.
La birra a quell'epoca era chiamata "sikaru".
In seguito Assiri e Babilonesi perfezionarono ulteriormente il processo.
Ma furono gli Egiziani che si rivelarono dei veri e propri "imprenditori della birra": lo "zithum" , ovvero la birra, era la loro bevanda nazionale, anche se producevano e vendevano vino.
Era una birra dal gusto forte (pare 12° alcolici) che aromatizzavano con i lupini.

Anche i Greci conoscevano e apprezzavano la birra, tanto che il loro dio del vino Dionisio, divenne tale solo dopo aver tutelato per secoli la birra con il nome di Sabazio!

Ma la diffusione della bionda bevanda non si fermò al Mediterraneo e proseguì verso Nord: raggiunse l'Iberia, la Gallia e i Celti, che ne fecero la loro bevanda d'elezione.
Così, mentre il vino conquistò nel tempo i paesi del Mediterraneo quali l'Italia, la birra divenne la bevanda d'eccellenza nelle zone dove la vite aveva difficoltà a crescere.
Toccò pertanto alle tribù del centro e del nord Europa di sviluppare le tecnologie per la produzione della bevanda e di creare, nel corso del tempo, quel vasto panorama di varietà che conosciamo ai giorni nostri.
E' una storia dove, come in tutte le storie che si rispettano, non mancano diversi miti e leggende.
Quelle irlandesi, ad esempio: infatti la nascita del popolo irlandese è dovuta, seconda una "birrosa" leggenda, ai Fomoriani, creature mostruose dal becco aguzzo e dalle gambe umanoidi, che avevano la potenza e l'immortalità grazie al segreto della fabbricazione della birra, che fu loro sottratto dall'eroe di Mag Meld, una specie di Prometeo irlandese.
Oppure quella del re Gambrinus che si dice sia il padre della bevanda e dovrebbe identificarsi con Jans Primis, duca di Brabante, vissuto in Germania dal 1250 al 1294.
Si dice che l'abbia inventata da una sua ricetta a base di orzo e malto e che ne fece partecipe il popolo: "...e il popolo godé, bevendo tutti, donne e uomini, giovani e vecchi, birra a sazietà".
E pare che, per fare onore a questa sua invenzione, lui stesso ne bevesse 117 pinte al giorno!

Leggende a parte, l'epopea della birra è sorretta innanzitutto dalla evoluzione tecnologica, sviluppata pazientemente nei monasteri che a partire dai primi secoli del Cristianesimo cominciano a costellare le nazioni del nord Europa.
Così come il vino, così per le birre migliori bisognava recarsi dai monaci che ne producevano di alta qualità, realizzandole con cura e con materie prime scelte.
La più antica "birreria" monastica è quella della abbazia di Weihehstephan, nei pressi di Monaco di Baviera, costruita nel 724.
Proprio nelle cantine delle abbazie dei conventi intorno al VIII secolo fa la comparsa un ingrediente che oggi è fondamentale nella produzione della birra: il luppolo.
Prima della sua diffusione, le birre venivano aromatizzate con erbe, spezie, bacche e cortecce d'albero.
L'infiorescenza di luppolo presenta delle ghiandole che producono un liquido giallo e appiccicoso, dal caratteristico sapore amaro e aromatico, che svolge anche una azione antisettica e conservante nella birra e che la rende anche più limpida.
Tuttavia con il tempo la produzione della birra non fu più prerogativa dei conventi anche se ormai si era stabilito un legame intenso tra gli ordini monastici e la birra: i monaci continuarono per secoli a rifornire le taverne del nord Europa con le loro pregiate birre (anche se le migliori le bevevano loro stessi).
Nel 1516 in Baviera venne promulgato il Reinheitsgebot, l'editto sulla purezza.
Per legge viene stabilito che la birra poteva essere prodotta solamente con malto d'orzo, acqua e luppolo, bandito qualsiasi altro ingrediente: una legge che è tuttora attuale in Germania.

E gli Inglesi? Già bevevano birra quando Cesare sbarcò con le sue legioni!
In ogni caso le ale inglesi hanno poco in comune con le birre bavaresi, per colore, tipo di cereali impiegati e il tipo di servizio.
Così ogni paese ha sviluppato le sue tipologie di birra e questa bevanda ha seguito passo dopo passo l'espansione della civiltà in ogni angolo del mondo: basti pensare che era con i Padri Pellegrini della Mayflower quando sbarcarono nel porto di Plymouth nel 1620.

I secoli successivi sono stati connotati dalla sistematica messa a punto delle tante tipologie di birra che oggi si trovano in commercio.
Dalla 'lager" prodotta per la prima volta nel 1842 in Boemia, la bionda dal colore brillante e limpido, profumata di frutta e luppolo, dal gusto amarognolo e leggero. Quella che per noi oggi è sinonimo di birra.
Nella fabbrica della città di Pils (da cui Pilsner) venne sperimentato con successo il metodo della fermentazione bassa ce consiste nell'uso di particolari lieviti e in una stagionatura (lagering) della birra a bassa temperatura, intorno a 0-2° C, per due - tre mesi.
Due sistemi che si sono diffusi presto nel mondo: oggi i termini Lager e Pilsener sono infatti sinonimi di birra chiara.

Un ulteriore pietra miliare in questa affascinante storia è dato dagli studi di Louis Pasteur, intorno al 1850, che chiarì i processi della fermentazione e il ruolo dei lieviti.
Grazie alla sua opera nacque la "pastorizzazione" di vini e birre, che rendeva i prodotti adatti a viaggiare e si iniziò a selezionar i lieviti migliori per la fermentazione.
Da allora a oggi il mercato è cresciuto in maniera esponenziale: siamo oltre 1.200.000.000 di ettolitri prodotti ogni anno in tutto il mondo, provenienti da ogni continente.

Se la grande industria si è appropriata della quasi totalità della suddetta produzione, tendendo a portarla verso una standardizzazione del prodotto, c'è comunque anche una voglia di riscoprire i "vecchi sapori".
Ecco allora che si è assistito, soprattutto in questi ultimi anni, al revival di molti stili della birra ormai dimenticati e sono sorte moltissime "breweries", piccole fabbriche con pub annesso per la degustazione, che producono birre dalle caratteristiche molto personali.
Negli Stati Uniti esistono quasi cinquecento micro fabbriche che servono il mercato locale, sono migliaia le persone che producono in casa la propria birra. Una tendenza che sta già contagiando l'Europa...