La testimonianza di:
Dario Lombardo

1975 - E' difficile stabilire la data di nascita del Blues in Italia, ma direi che il 1975 può essere un buon punto per cominciare. In quell'anno probabilmente le storie dei singoli individui che diedero il via a questa storia arrivarono al momento cruciale tutte insieme o quasi, e si cominciò a parlare di Blues. E qualcuno iniziò anche a suonarlo: Roberto Ciotti, Guido Toffoletti, sono i primi italiani che ricordo aver visto suonare blues. E poi Fabio Treves. Nel 1976 non ho ancora vent'anni, e ho voglia di suonare e di sentire musica. La situazione è molto diversa da quella di oggi, sono pochi i negozi di dischi forniti di musica che non sia il Rock (ed a trovarne!), locali e riviste niente, festivals neanche: Torino, che e' stata la culla del Jazz italiano negli anni '50 e di parte della migliore musica leggera degli stessi anni, non ha in quel momento strutture per la musica. Clubs niente, solo discoteche o sale da ballo, e le iniziative estive devono ancora essere "inventate" dalle pubbliche amministrazioni, bisognerà aspettare ancora un paio d'anni. C'e' una buona iniziativa per il Rock, fin dal 1972 a Torino fanno tappa tutti o quasi i grandi del rock di quegli anni (i Faces, con Rod Stewart alla voce, e poi Genesis, King Crimson, tutto il progressive inglese, Santana): ma niente Blues.

1976 - Col 1976 inizia l'avventura delle radio libere (in attesa di divenire private), ed emittenti come Radio Città Futura o Radio Torino Alternativa sono le prime in città a trasmettere jazz, blues e rock e ad organizzare concerti in alternativa al circuito ufficiale. Arriverà' così in città Roberto Ciotti, che è il primo chitarrista italiano cui sento suonare del Blues nel 1977. Ma arriva anche il Newport Jazz Festival a Torino nel novembre 1976 (quindi qualche mese prima), che vede in cartellone la Muddy Waters Blues Orchestra. E così, non Newport, ma Chicago arriva in città, con buona pace dei jazzofili dell'epoca, che forse si aspettavano qualcosa di più quieto ed escono un po' piccati dal Palasport, rivoltato come un guanto dal Father of the Blues. Lavoro per gli organizzatori, suono la chitarra da un po' di tempo e mi piace Eric Clapton, ma quella è la prima volta che sento il sound di Chicago: quel concerto fu fondamentale per molti ed anche per me. Nel backstage vengo presentato a Muddy, una stretta di mano e poche parole che non scorderò. Nel pubblico c'è Andrea Scagliarini, ma ci conosceremo più tardi: quella sera invece conosco altre persone che diventeranno parte del mio mondo musicale da lì a poco, come Alfredo Ponissi, tenor sassofonista jazz e blues, anima in seguito dell'etichetta Jazzmobile Records di Torino per cui uscirà nel 1998 il mio "I don't want 2 lose" e compagno di molti concerti. E' un sabato, al lunedì pomeriggio vado nell'unico negozio di dischi che in città abbia qualcosa di ricercato, e torno a casa con le London Sessions di Muddy Waters, etichetta Chess: qui inizia la mia partecipazione al Blues italiano.

1977 - Il 1977 scorre rapido con molte cose cui pensare che non riguardano principalmente la musica, ma si ascolta, arrivano i concerti, il già citato Roberto Ciotti, Bennato, che suona i ritmi di Bo Diddley ma nessuno lo sa, e così via. Nell'estate però nasce la Faboulous J.B. Band, la prima blues band in città: niente vacanze, bisogna provare, e così birra, (o la più "sabauda" acqua e menta per gli astemi), ragazze e musica: a fine luglio il primo concerto, nella sala di un grosso circolo Arci di Moncalieri, nella cintura di Torino, che è anche il luogo che ospita le nostre prove. Con l'autunno inizio a lavorare per Radio Flash, un'emittente che conoscerà da lì a poco grandi fortune e che ancora oggi trasmette, se pur con un leggero cambio di frequenza.

1978 - La Faboulous J.B. Band va avanti, troviamo un bassista fornito di cantina, passiamo l'anno ad insonorizzarla, cercando materiale dappertutto, dai Mercati Generali ai magazzini della Rai e del PCI. Un giorno, aspettando l'uscita di amici di un liceo mi viene presentato un giovane ragazzo che dice di suonare l'armonica e che gli piacciono il Blues e Little Walter: e' Sal Bonasoro, che entrerà subito nella band e rimarrà fino alla fine con noi. Per la radio in novembre seguo la nuova edizione di Newport a Torino, che quell'anno è in edizione itinerante per tutta la regione. Ivrea: Albert King, Alessandria: Magic Slim & John Little John; altri due concerti fondamentali. Conosco tutti questi musicisti, con Magic Slim c'è Fred Below alla batteria, l'inventore del moderno modo di suonare questo strumento nel Blues. Lui e Little John mi insegnano letteralmente a suonare lo slide in un traballante pullman che ci porta in giro con un seguito di giornalisti veri, Rai Stampa e chissà cos'altro, che parlano del Blues. Uno, di cui non ricordo il nome, racconta di come ragazzino si infilò al cinema Reposi nel maggio del 1945 per vedere Big Bill Broonzy che suonava per le truppe americane appena arrivate in città.

1979 - Iniziano i concerti per la Faboulous, primi problemi, è tutto da inventare, compreso il fatto di imparare a suonare. Nell'estate vado a Milano a vedere un concerto, B.B. King, la prima volta, e quella sera capisco da dove arrivino Clapton e Peter Green. Aprono il concerto Fabio Treves e Guido Toffoletti. Due modi diversi di suonare il rock-blues: più americano Fabio, più British Guido, con ha alla chitarra Tolo Marton. Nel novembre, camminando per la città vedo un manifestino appeso al muro, annuncia per il giorno dopo "il Leggendario Homesick James, accompagnato dai milanesi Mean Mistreater". Decido di andare, ma vengo bloccato da un febbrone da cavallo. Il mio personale appuntamento con Giancarlo Crea è però rimandato solo di pochi mesi. Quella sera stessa infatti Sal Bonasoro conosce Andrea Scagliarini al concerto, e da lì nascerà un "gemellaggio" Faboulous - Mistreater che mi porterà qualche anno dopo a fare parte della band milanese.

1980 - E' l'anno fondamentale per la Faboulous: la formazione si assesta, con nomi che in alcuni casi rimarranno nel panorama del Blues italiano. Carlo Greghi suona la batteria (sarà poi, nel 1989, il primo batterista della Blues Gang), mentre Moreno De Santis si occupa del basso, che abbandonerà per lavorare alla Iveco. Alle armoniche due signori che ancora suonano, Sal Bonasoro, che poi fonderà con Alberto Marsico i King Bees, ed Andrea Scagliarini, che condivide ancor oggi le mie fatiche. C'è anche un altro chitarrista, Alberto Ferrero, anch'egli confluito col tempo nelle braccia di mamma Fiat. E poi incontriamo una cantante, Etta Scollo, che finirà in Austria a suonare con il principale dei gruppi Blues austriaci, la Mojo Blues Band del pianista Joachim Palden (è stata avvistata l'anno scorso alla trasmissione di Paolo Limiti a cantare qualcosa in italiano). Io mi occupo della chitarra e della voce. I concerti si intensificano, in estate soprattutto. Il lavoro radiofonico mi porta ancora in giro per concerti. E così capitiamo al primo Pistoia Blues Festival, Muddy Waters, Fats Domino, Queen Ida, Alexis Korner. Ci sono anche Roberto Ciotti e Guido Toffoletti, che rappresentano il sound nostrano. Il 2 agosto, il giorno della strage di Bologna, siamo a suonare in Val Pellice (vicino a Torino) per una festa privata, una sorta di happening che ci vede fin dal mattino impegnati nella preparazione del palco per un qualcosa che andrà avanti fino a notte inoltrata, e che al termine del tutto ci farà scoprire che si deve dormire in furgone o nel prato perché di camere manco a parlarne. L'alba del giorno seguente ci vede stralunati a fare colazione nel bar di una stazione ferroviaria, a bere caffè scoprendo dai giornali cosa era accaduto mentre noi suonavamo.

1981 - Iniziano le visite di Giancarlo Crea in città, si suona con lui in cantina, la dimensione è diversa, qui si parla di suonare il sound di Chicago, qualcosa di diverso dal rock blues della Faboulous: Giancarlo è molto preciso, in questo. A me sta bene, ma non tutti hanno la stessa opinione. E' evidentemente l'ultimo anno per la Faboulous: le scelte dei singoli stanno intervenendo pesantemente. Abbiamo il tempo di suonare al Blues festival estivo organizzato dall'Arci per i Punti Verdi, le manifestazioni estive del Comune nei grandi parchi cittadini (verrà a sentirci anche il Sindaco Novelli, pare incuriosito dall'esistenza di concittadini dediti alla musica del Diavolo!). Lì incontriamo Jerry Ricks, chitarrista acustico di Philadelphia: è appena arrivato in città, suona quella sera in duo con Oskar Klein, strana commistione tra Delta e Dixieland. Jerry rimarrà a Torino per alcuni anni, e la sua casa diverrà un punto d'incontro per me, Andrea e Sal: tra spaghetti e dolcetto si parla e si suona, e lì apprendo l'uso delle prime accordature aperte, e dei bassi alternati. In quel festival suona anche Roberto Menabò, di Ivrea, chitarrista acustico eccellente, che conoscerò in seguito, grande amico e membro della mia personale famiglia musicale. Con la fine dell'estate finisce anche la band: Etta vola in Austria, il bassista smette di suonare e sparisce insieme alla sua cantina, altri si dedicano al Jazz: c'è una piccola appendice, una bella band che si chiamerà Steady Rollin' Band, con l'inedita presenza al basso di Andrea Scagliarini, che vede raccolti alcuni Faboulous. Per quanto mi riguarda, raccolgo l'invito di Crea di andare a Milano a suonare con i Mean Mistreaters, e lì inizia la seconda parte della mia avventura.
Nei dieci anni successivi precorrerò le strade del blues prima con i Mistreaters (1981 - 1984), poi con i Blues Shakers, la successiva formazione di Crea che poi diverrà la band di Arthur Miles (1984 - 1986), ed infine con la Model-T Boogie (1986 - 1989). Nel 1989 fonderò la Blues Gang, che è ancor oggi la mia band.

1984/87 - Nel giugno 1984 compare in città Tony Mangiullo, arrivato da Chicago per trovare parenti ed amici: così conosco una delle più rilevanti persone del blues italiano. Rimarrà qualche giorno in città mio ospite, e suoneremo in strada per una manifestazione del Comune. Lui darà una grossa spinta a tutti noi, il suo essere riuscito ad andare a Chicago, suonare con Jimmy Rogers e divenire "figlio adottivo" di Homesick James sono tutte cose che ci tireranno su il morale, che all'epoca era un po' bassino, e ci daranno nuova lena. Dovrò aspettare fino al giugno 1987 per rivederlo, questa volta a Chicago, dove accoglierà la Model-T Boogie a braccia spalancate nel suo Rosa's Lounge, club in cui suoneremo due dei nostri cinque concerti di quell'anno nella Windy City. Gli altri tre concerti furono ugualmente importanti: il primo al vecchio Blue Chicago (anche questo di proprietà di un italo americano, Gino Battaglia), appena arrivati, intontiti dal jet lag ed in jam con i Sons of Blues, gli altri due qualche giorno dopo al Muddy Waters Drive ed al Checkerboard Lounge per l'apertura del Festival, concerti questi ultimi in cui per la prima volta suonammo con Phil Guy, iniziando una collaborazione ed un'amicizia che dura ancor oggi. Tornando un po' indietro, nel 1984 arrivano in Italia Arthur Miles e James Thompson. James si stabilirà a Bologna, mentre Arthur verrà a Milano, dove l'incontro sarà inevitabile, tant'è che la sua band ancor oggi si chiama Blues Shakers, anche se degli originali è rimasto il solo Massimo Pavin: con lui suoneremo in lungo ed in largo per tutta l'Italia, ed andremo anche in Svizzera ed Austria per le nostre prime sortite oltre confine. Da ricordare la partecipazione alla puntata finale di "Quelli della notte", il programma di Renzo Arbore divenuto quell'anno il top della produzione televisiva.