La testimonianza di:
Roberto Menabò

Io non mi ricordo affatto del primo concerto, o di come mi abbia colpito il blues, insieme alla tanta altra musica che ascoltavo, e ascolto. Mi ricordo di un servizio televisivo, 1968/69? in cui vidi per la prima volta filmati con Memphis Slim, Big Bill e altri, ma per chi come me seguiva il rock, il blues lo aveva già in testa. Ma è dopo l'interesse per Woody Guthrie e la musica folk che l'interesse per il blues acustico, soprattutto pre-bellico diventò quasi maniacale, per breve tempo, anche in relazione agli studi universitari che iniziavo ad affrontare.
E siamo attorno alla metà degli anni settanta, il blues lo seguivano in pochi, quello acustico ancor meno, ed era difficile procurarsi i mitici Origin Jazz Library, Yazoo, Roots, e per chi viveva ad Ivrea, là, sperduta vicino ai monti e con l'Olivetti monolitica lo era due volte di più. Dall'alto Piemonte in cui vivevo ero fuori da movimenti e concerti blues. Mi vengono in mente, così di passaggio, Muddy Waters e Michael Bloomfield a Torino ma sicuramente ne ho visti altri mescolati tra il rock e il folk e il jazz. C'era a quei tempi una rivista, quasi fanzine, dal titolo poco originale, ma in tema con quegli anni: si chiamava "Blues Power", e nel gruppetto c'era gente come Grandi, Pastonesi, Carù, Federighi?, eh sì un po' il "gotha" di quegli anni anche se bisogna ricordare due persone di cui non so più nulla: una è Daniela Colombatto grande appassionata e amica di Cooper Terry, a quel tempo giovane aitante che portava con orgoglio la sua negritudine blues. Ricordo quando lo feci arrivare nel Liceo, ad Ivrea, in cui avevo organizzato un seminario e incontro con il blues e come si meravigliò quando seppe che conoscevo Barbecue Bob o Tommy Johnson. Fu la mia prima jam session con un musicista di blues nero, dopo verranno invece quelle con Philadelphia Jerry Ricks.
Alessandro Roffeni, anche di lui non so più nulla, scrisse due libri molto belli, soprattutto per l'analisi dei testi. Non credo siano in catalogo, ma vale la pena cercarli. Trovare dei libri di blues in Italia era molto difficile, per farmi arrivare la buona collezione di testi, che ancora adesso tengo con cura, dovevo passare tramite negozianti e librerie di Londra e Amsterdam, e a quel tempo, senza internet ed euro, l'acquisto era più complesso. Io intanto suonavo nei jazz club e in alcuni locali lì nei dintorni fino al primo "importante" concerto ai Punti Verdi di Torino, una manifestazione internazionale di musica durante un'estate torinese. Aprivo la serata per un gruppo jazz, ma c'era molta gente e anche in quella manifestazione suonava Dario Lombardo, con il suo gruppo, anche lui vecchio amico.