Giancarlo Schinina
The Acoustic Blues Album

"Se il blues fosse soldi, sarei diventato milionario". Questo Giancarlo Schinina ha scritto fra le note di copertina del suo nuovo CD. Ma se il blues non gli ha offerto una "fortuna" in termini economici, dal blues ha saputo comunque cogliere alcuni ricchi aspetti umani come la perseveranza, la sensibilità e l'amicizia. Da tempo in cantiere, Giancarlo ora ha concretizzato il progetto acustico, prima produzione interamente a suo nome, dopo le precedenti tre come Level Blues Band. Ha coinvolto musicisti con i quali ha condiviso negli anni gli stessi sentimenti, e dai quali si è fatto accompagnare nei suoi numerosi concerti su e giù per l'Italia, dove ha avuto modo di crearsi una carta d'identità di tutto rispetto, per come suona il blues da una vita, senza farsi tentare da cambi d'indirizzo, magari più redditizi. Il compact conta quattordici pezzi, dodici cover e due originali, registrati fra Imperia e Milano. Ci sono blues che ha suonato molte volte dal vivo ed altri di prima rivisitazione. In ogni traccia si sente uno Schinina più meditativo e concentrato, sia nelle parti vocali che in quelle strumentali, chitarra acustica soprattutto, ma anche elettrica ed armonica. A volte non basta l'esperienza per ottenere il risultato sperato, ci deve essere una corrispondenza fra le parti, come è avvenuto qui fra Giancarlo e gli amici/musicisti, numerosi e tutti determinanti, con chitarre acustiche, armoniche, fisarmoniche, piano, basso, batteria e una voce femminile, moderatamente impiegati in piccoli combo. Infatti la maggior configurazione scelta per presenziare i pezzi è in trio, schierato già in apertura con "Midnight Hour Blues" di Leroy Carr, ottimo il piano acustico di Piero Mareri, presente in ogni buon "respiro" di Schinina, voce e chitarra acustica e Pino Piscitelli, altra chitarra. Via il piano entra la cantante ligure Tina Bonetto, ha una bella voce che riesce a modellare con grazia e raffinatezza, ottimamente esposta in quattro tacce che avvolge con un retrogusto di antichi e forti sapori blues nelle swinganti "Hey Bartender", "Why Don't You Do Right", nel lento "Mighty Tight Woman" e nel tempo medio "Trouble In Mind". Bene, oltre al padrone di casa, ancora Pino Piscitelli, Piero Mareri più Paolo Murruzzu al basso acustico. Altro trio, ora Schinina, voce e chitarra acustica, si fa accompagnare da Giancarlo Crea all'armonica e da Cesare Aulizio alla seconda chitarra, per "Farewell To You" e "Key To The Highway", due pezzi dove Crea si dimostra ancora uno dei più lucidi e infaticabili bluesmen italiani, mentre Cesare onora il ruolo di spalla. La determinazione di Schinina, ha reso possibile il recupero di un pezzo dell'imprevedibile Alvin Youngblood Hart, "If The Blues Was Money", con sempre il fido Pino Piscitelli alla chitarra acustica e Laurent Contesso armonica. Il compito di rivedere "Kind Hearted Woman" e "Hoochie Coochie Man" invece è solo di tre chitarre, acustiche naturalmente, oltre a Giancarlo anche al canto, Jim Johnstone e Nick Flores. Il risultato è un amalgama di misurati fraseggi a tratti però un po' didattici. E'il turno della fisarmonica, Stefano Cattaneo, ed il suo bel suono spicca in mezzo a chitarre e percussioni, in un'ambientazione delicata e un po'malinconica nello strumentale "End Of The Game" di Peter Green, e caratterizza la classica "Hey Joe". Le suddette cover insieme ai due originali, "Loneliness" e "Long Cold Rainy Winter", questi eseguiti con i musicisti che fanno parte della Level Blues Band, sono la volontà di Giancarlo Schinina di far parte di quei nuovi e sempre più numerosi "sguardi" che, non perdendo mai di vista le dodici battute, si allungano moderatamente su alcune varianti, a volte nitide, a volte velate. In conclusione un buon CD col quale Giancarlo Schinina ha saputo riproporsi in modo spontaneo, riuscendo a trasmettere il suo modo di vivere quotidianamente il blues.
Silvano Brambilla (Il Blues)