Sarà anche vero che l'anno 2002 è palindromo, cioè leggibile sia procedendo in avanti che all'indietro, ma da oggi ci sembra che, più che altro, si vada parecchio all'indietro. Non vogliamo con questo dire che se il mondo va a destra il merito sia proprio della stessa destra, e non invece demerito di una sinistra che la storia, severa maestra, sta punendo per la propria imbelle renitenza al capire gli altri. E non vogliamo nemmeno dire che il mercato discografico è ormai, più che altro, un frullatore che sforna prodotti insapori ed inodori. Queste cose le sapete già. Vogliamo solo richiamare la vostra attenzione, essendo stati noi fedeli alla palindromia iniziale, sulla segnalazione fattavi nelle stesse righe di questa rubrica un anno fa e stigmatizzare, nuovamente, la mancanza di fantasia dominante nella stesura dei programmi dei vari festival.
Su questa situazione, a cui fa eccezione la sola manifestazione di Lucerna, torneremo nuovamente ma, essendo il discorso più ampio di quanto possa sembrare, riservandogli uno spazio adeguato.
Da parte nostra, vi offriamo il solito salvagente estivo che quest'anno, come per altri due numeri precedenti (giugno 1999 e 2001), vede quale personaggio principale un armonicista. Questa volta è toccato a Carey Bell, al cui fianco, con l'ennesimo slto all'indietro tanto per riallacciarsi nuovamente all'incipit, abbiamo collocato la Climax Blues Band (più diversi di così...), le parole di Jody Williams, Calvin Jackson, Big Daddy Hypolite, Deborah Coleman e quelle di Luca Cerchiari che ci illustrano le fatiche legate alla creazione, allo sviluppo ed al mantenimento dell'Archivio del Disco.
Per quanto riguarda qualche consiglio discografico rintracciabile senza fatica, ovvero cosa portare in spiaggia per fare invidia al vicino od in montagna per fare incazzare gli stambecchi, porgete orecchio a "Big Bad Love" ed al nuovo Otis Taylor.
Comunque vada, buona lettura e buon ascolto.
Il Blues