Leader e fondatore della band è il chitarrista cantante Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena blues italiana.
Per anni a fianco di Fabio Treves (leggendario armonicista milanese), calca i palchi dei più rinomati festival blues italiani ed incide inoltre due album: "Treves 3" (1985) e "Sunday’s Blues" (1988), in quest’ultimo da notare la presenza al piano del "fuoriclasse" Chuck Leavell (già con Allman Brothers, Rolling Stones, Eric Clapton).
Proprio da "Sunday’s Blues" è tratto il brano "Snow Town Blues" per il CD prodotto dal "Pistoia Blues" in occasione del 18° festival:
Glielmo con la Treves Blues Band finisce così in un album al fianco di mostri sacri di tutti i tempi quali Muddy Waters, Bo Diddley, Buddy Guy, Joe Louis Walker, James Cotton, Billy Branch, Santana. Le partecipazioni come solista a produzioni altrui continuano: "Goin’ home" con la Rava Brothers Band; "On the good foot" con la Back in Blues Band; "Bisogno di Blues" con Dr. Faust. Dotato di una tecnica sopraffina, il suo chitarrismo non rinuncia però ad una ruvida vena elettrica. Profondo conoscitore dell’uso del dobro, si esprime con grande personalità con lo slide tra le dita, tanto da essere considerato in questa particolare tecnica uno specialista a livello nazionale.
Questa sua abilità gli consente di essere invitato in qualità di session-man in studio per produzioni non prettamente blues, sconfinanti nella musica leggera e pop.
Maurizio Glielmo dà così vita alla Gnola Blues Band, che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues. La band parte dalle interpretazioni degli standard (punti di riferimento sono Elmore James, Muddy Waters ma anche le torride atmosfere del Texas che riecheggiano in Johnny Winter, Stevie Ray Vaughan e il disparato universo musicale di Ry Cooder) sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali.
La GBB è sostenuta dal cuore pulsante costiutito da Tiziano Cimaschi e Francesco Pelizzari, rispettivamente basso e batteria, una sezione ritmica granitica capace però di dare spazio e luce ai solisti ponendo particolare attenzione alle dinamiche. Insostituibile l'apporto pianistico di Roger Mugnaini, dalla spiccata attitudine "boogie", sempre pronto all'elegante accompagnamento della seicorde di Glielmo o a proporsi in personali assolo (tanto al piano quanto all'organo).
L’attività live diviene ben presto frenetica, la credibilità musicale aumenta e si concretizza grazie alle collaborazioni con artisti internazionali (Dave Kelly, Bob Brunning, le cantanti Maisha Grant e Zora Young) e alla prima produzione discografica "First step" del 1991 che raccoglie lusinghiere recensioni dalla critica specializzata ("Buscadero", "Mucchio Selvaggio", "Fare Musica").
Nel corso degli anni la band prende inoltre parte agli appuntamenti più importanti del genere sparsi per tutta la penisola (tra gli altri nel ’90 la partecipazione al "Milano Blues Festival" con Jimmy Whiterspoon come ospite finale, e le aperture dei concerti di Dirty Dozen Brass Band, Joe Ely, Herbie Goins e la recente serata di Robben Ford al festival "Bluesland 1999"). Molto apprezzata anche la partecipazione alla compilation del "Sestri Levante Blues & Soul Festival" con la take "Key to the Highway".
Ben lontana dal prendersi un attimo di meritato riposo, la Gnola Blues Band giunge al tanto atteso secondo album: "Walkin’ through the shadows of the blues", il CD pubblicato nel 1999 e distribuito dalla Blues Corner. Una sola cover e 13 brani originali targati Gnola Blues Band per un disco che ha tutte le premesse per essere tra le migliori produzioni blues dell’anno in campo italico.
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